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Impressum
bruno ritter



strada principale 78
7604 borgonovo
Schweiz

www.brunoritter.ch

Kunstart: Malerei
Technik: Ölmalerei
Stil: Expressionismus


Statement:
Bruno Ritter wusste stets und bewusst zwischen Abstraktion, Figuration und Ungegenständlichkeit
zu lavieren. Eine derartige Festlegung war für ihn als Vollblutmaler nie von relevanter Bedeutung. Gleichwohl kann man im reicheri (Euvre die meisten Werke aufgrund ihrer Ikonographie ganzen Werkgruppen zuordnen, was von der bisherigen Rezeption denn auch wiederholt und explizit von den Autoren der Kataloge von 1992 und 1996, auch getan wurde. Mit der jähen biographischen Zäsur von 1982, als sich Bruno Ritter vorsätzlich aus der Stadt Zürich zurückzog und ins Valchiavenna
übersiedelte, wurde unvermittelt das Motiv des Berges übermächtig und prägend: Der Berg unter anderem als Metapher für die Einsamkeit und Verlorenheit, für die Enge und die Unausweichlichkeit, für verschattete Existenz. Ein anderer Werkkomplex manifestiert das virulente Interesse von Bruno Ritter für metamorphotische Zustände, für die Symbiose von Körper und Landschaft, für
Anthropomorphes, wo von Körperlandschaften und von Landschaftskörpern gesprochen werden
kann. Eine dritte, jüngere Werkgruppe setzt sich mit dem berühmten und skandalumwitterten Bild Das
Floss der Medusa von Theodore Géricault aus dem Jahr 1819 auseinander, das mit seiner viel-schichtigen Metaphorik zu einer wahren Inkunabel für den frühen Realismus in Frankreich avancierte. Bruno Ritter aktualisiert den Stoffund transponiert ihn vom fernen Meer in das von Bergen ge-schlossene Tal. Wir belassen es bei diesen knappen Hinweisen auf nur gerade drei wichtige Werkkomplexe innerhalb eines weit umfassenderen ikonographischen Repertoires.
Was mich bei Bruno Ritters Kunst weit mehr fasziniert als die inhaltlich determinierten Aspekte ist
sein virtuoser Umgang mit der Tradition der Malerei und mit jener der Zeichnung: Denn vergessen wir
nicht, dass Ritter auch ein begnadeter Zeichner und Radierer ist, welcher in geradezu altmeisterlicher
Perfektion mit Stift und Stichel umzugehen weiss. Der Satz: Jedes Bild ist von hundert Malern gemalt,
trift für Bruno Ritter geradezu exemplarisch zu. Er kennt sich in der Geschichte der Malerei bestens aus und macht sich die Leistungen der grossen Meister zu eigen - nicht etwa oberflächlich eklektizistisch oder unreflektiert im postmodernen Sinne, sondern in einer äusserst intensiven, originären und inspi- rierenden Auseinandersetzung. Mit seinen Interaktionen zur Malerei der Nabis, zu jener von Paul Cezanne, Vincent van Gogh, Giovanni Giacometti, Max Beckmann, Varlin und manchen anderen setzte und setzt er sich selber einen enorm hohen Anspruch, hielt unbeirrt den Glauben an die Möglichkeiten der Malerei aufrecht und - das ist das Entscheidende - gelangt ‚ damit zu höchst eigenständigen bildnerischen Resultaten, die in ihrer unbedingten Aktualität zu faszinieren und zu überzeugen wissen.


Dr. Beat Stutzer:

Bruno Ritter ha sempre saputo destreggiarsi consapevolmente tra astrazione, figurazione e arte non figurativa. Una siffatta distinzione non è mai stata per lui, pittore purosangue, di gran rilevanza. Ciononostante molte delle sue opere della sua ricca “oevre” si possono collocare mediante l’iconografia in specifici gruppi di lavori artistici, cosa che è stata fatta nella ricezione compiuta finora e anche ripetutamente ed esplicitamente dagli autori dei cataloghi del 1992 e del 1996. Con la repentina svolta biografica del 1982, quando Bruno Ritter lascia deliberatamente la città di Zurigo per trasferirsi in Valchiavenna, tutto d\\\'un tratto il motivo della montagna diventa pervasivo, influenzandolo profondamente: la montagna anche come metafora per l’isolamento e la solitudine, per l’angustia e l’ineluttabilità, per un’esistenza ombrosa. Un ulteriore filone artistico manifesta l’interesse virulento di Bruno Ritter per gli stati metamorfici, per la simbiosi di corpi e paesaggi, per l’antropomorfismo, dove si può parlare di paesaggi corporali e corpi paesaggistici. Un terzo, recente gruppo di opere si confronta con il celebre quadro di Theodore Géricault La zattera della medusa del 1819, già al centro di scandali, opera che con i suoi molteplici aspetti metaforici fu promossa a vero incunabolo per il primo realismo in Francia. Bruno Ritter ha attualizzato il soggetto trasponendolo dal mare lontano nella valle racchiusa dalle montagne. Ci limitiamo a questi cenni succinti su appena tre filoni artistici, racchiusi in un ben più ampio repertorio iconografico.
Quello che m’affascina nell’arte di Bruno Ritter, molto più degli aspetti determinati dal contenuto, è il suo rapporto virtuoso con la tradizione della pittura e del disegno: poiché non dimentichiamoci che Ritter è anche disegnatore e acquafortista di talento, che sa maneggiare pressoché con magistrale perfezione bulino e punta per incisioni. La frase: ogni quadro è dipinto da cento pittori, si applica a Bruno Ritter in modo pressoché esemplare. Egli è un esperto della storia della pittura e fa suoi i risultati dei grandi maestri – non superficialmente, ecletticamente o senza riflessioni in senso postmoderno, bensì confrontandosi in maniera oltremodo intensa, originale e inspirata. Attraverso la sua interazione con la pittura dei Nabis, con quella di Paul Cezanne, Vincent van Gogh, Giovanni Giacometti, Max Beckmann, Varlin e diversi altri, si è posto e si pone delle esigenze altissime, imperterrito mantiene la sua fede nelle possibilità della pittura e – ciò è l’essenziale – raggiunge così, risultati pittorici del tutto indipendenti che nella loro assoluta attualità sanno essere affascinanti e convincenti.


Vita / Lebenslauf:
Bruno Ritter, 1951:


Scuole a Neuhausen, SH.
Apprendistato come ritoccatore di foto, Zurigo.
1975 diploma per l’insegnamento d’arte alle scuole superiori. (HfG,ZH)
Docente in diverse scuole nel canton Zurigo.
1982 Trasferimento a Canete.
1984 Con la conoscenza del critico d’Arte Raffaele De Grada, Milano, mostre in Italia.
1988 un mesa dallo stampatore Giorgio Upiglio, Milano.
1988 mostra personale a Bellano, catalogo con testo di Andrea Vitali.
1990 Mostra colettiva al palazzo delle Stelline, Milano; Catalogo Mondadori.
1992 mostra personale al Museo Allerheiligen, Sciaffusa, e collaborazione con il gallerista Jörg Stummer, Zurigo; collaborazione con Kunstraum Riss, Samedan. Catalogo con testi di Andrea Vitali e Paola Tedeschi-Pellanda.
1995 Mostra colettiva al palazzo della permanente, Milano; Catalogo.
1995 Kunstraum Riss, Samedan: un tema barocco; Catalogo con testi di Andrea Vitali e Paola Tedeschi-Pellanda.
1996 Mostra nella galleria Art.Ist, Germania.
1997 „100 vedute del Piz Lizun“; Banca cantonale dei Grigioni, Vicosoprano.
2000 Premi Cultural Engiadina bassa; Laudatio di Dr. Beat Stutzer.
2004 Embassy of Switzerland, Londra.
2005 „il pendolare“, Ex-Cotonificio Cantoni, Bellano; Catalogo con testi di Andrea Vitali e Paola Tedeschi-Pellanda.
2008 „Cosa mi guardi“; Grafiche Aurora, Verona; Catalogo con testi di Beatrice Benedetti, Davide Antolini, Gabriello Anselmi, Giovanni Perez.
2009 CAI – Club Alpino Italiano, Milano; mostra personale e primo premio.
„Still-Life“, Grafiche Aurora, Verona; Catalogo con testi di Beatrice Benedetti, Davide Antolini, Gabriello Anselmi, Giovanni Perez.
„Disegni silenziosi“ e „Dialogo“(con Dino Carlesi); Edizione dell’Aurora, Verona.
Produzione di libri d’autore, con: Teresa Pomodoro, Beat Brechbühl, Ralph Dutli, Dino Carlesi, Andrea Vitali, e altri, in collaborazione con il rilegatore Josef Weiss, Mendrisio.
Collaborazione con Kunstraum Riss, Samedan.










chor
Malerei
Ölmalerei
100 x 120 cm
2009
unverkäuflich
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gruppe
Zeichnung
Buntstift
84 x 54 cm
2009
unverkäuflich
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kopf
Malerei
Gouache
30 x 25 cm
2010
unverkäuflich
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Piuro
Malerei
Ölmalerei
150 x 200 cm
2009
unverkäuflich
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al bar
Malerei
Ölmalerei
100 x 280 cm
2008
unverkäuflich
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Pianazzola
Malerei
Ölmalerei
100 x 120 cm
2007
unverkäuflich
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